Rassegna stampa

La vita di Enrico Mereu attraverso penne e telecamere

Il primo trofeo per la prima maratona dell’Asinara sarà messo a disposizione dallo scultore Enrico Mereu

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Un artista autodidatta, vissuto nell’isola per venticinque anni dove ha lavorato come agente di polizia penitenziaria. Storie, ricordi, sensazioni: un libro vivente che si può leggree attraverso le sue opere; legno, granito, ogni angolo dell’isola è stato visitato e usato per le sue sculture. Una passione coltivata in anni avvolti dai lunghi silenzi dell’isola, tra un servizio e l’altro in un carcere mai uguale. Ed ecco il ginepro materializzarsi nelle sue mani, vi ricava figure di donne, di animali. Poi il legno di quercia e di olivastro: vi fiorisce un padre che alza al cielo le braccia e il suo bambino. La chiesa di Olmedo ospita un suo Cristo, alto, sofferto. Non scolpisce per denaro ma per comunicare. Quelle opere gli hanno procurato anche ottime recensioni. Quasi un evento, per uno scultore autodidatta che ha vissuto tante vite, nato a Nurri, vissuto all’Asinara, oggi di casa a Villanova Monteleone. Il suo trofeo della maratona sarà una sorpresa per tutti, ispirato al movimento, alla velocità.

(p.c.) 3 aprile 2001