Ipotesi per risolvere il caso dello scultore Enrico Mereu e realizzare basi d’appoggio
<<Affrontare la vicenda di Enrico Mereu in termini di torto o ragione è riduttivo. L’unica strada percorribile può essere il ripopolamento di Cala d’Oliva, un progetto in cui l’Ente parco abbia una parte importante>>. Gigi Pittalis, amministratore del Parco portavoce dei Verdi di Porto Torres, prende posizione su una vicenda che sta animando il dibattito, anche politico.
L’ultimo episodio è di qualche giorno fa quando lo scultore dell’Asinara si era incatenato all’isola per protestare contro il divieto di permanenza. <<Certo - prosegue Pittalis - se esaminiamo la questione sul piano giuridico non troveremo riscontro: comunque vada all’Asinara deve rispettare leggi e regolamenti, ma la storia personale di Enrico Mereu ha dei risvolti umani da considerare>>. Secondo la valutazione di Gigi PIttalis, dunque, una soluzione è il ripopolamento di Cala d’Oliva a cominciare dalle figure istituzionale e degli operatori la cui presenza sull’isola è indispensabile. <<Il progetto - spiega - potrebbe cominciare dall creazione di alcune basi d’appoggio per il personale che lavora nell’isola, un punto fisso dal quale partire per ripopolare il borgo e da lì ricreare un villaggio marino la cui gestione sarebbe affidata all’Ente parco che ne curerebbe l’intera organizzazione>>. Sembrerebbe che in questo contesto la vicenda dello scultore dell’Asinara possa, forse, arrivare a una soluzione perché la sua presenza nell’isola-parco avrebbe un senso, ma in che modo? <<Penso per esempio all’allestimento di una mostra permanente di sculture lignee - propone Gigi Pittalis - presentata come un carattere peculiare dell’isola. Del resto è innegabile che Enrico Mereu, nel tempo, sia diventato un elemento di richiamo. Tutti quelli che sono stati nell’isola conoscono lui e le sue sculture>>. <<Asinara e arte>> potrebbe diventare, in questo senso, un programma, magari una formula per far viaggiare l’immagine dell’isola come un luogo evocativo dove lo spirito creativo trova giusta ispirazione per comporre opere d’arte. <<Questo concetto è facilmente comprensibile perché l’ambiente dell’Asinara è esso stesso un’opera d’arte a cielo aperto>>. La natura, i tramonti, gli alberi battuti dal vento, senza tralasciare le storie, vere o fantastiche, fiorite attorno al supercarcere che ha ospitato terroristi e mafiosi famosi in tutto il mondo. Elementi fortemente caratterizzanti di un posto davvero unico. <<Va da sè - conclude Pittalis - che qualsiasi eventuale iniziativa dovrebbe essere realizzata nel rispetto dell’ambiente e valutando l’impatto che potrebbe avere in un contesto naturale, in cui la presenza umana, negli anni, ha avuto un ruolo quantomeno risibile>>.
Nuova Sardegna - (a.m.)