Per vent’anni ha vissuto all’Asinara come agente di polizia penitenziaria.
Poi, prima che l’isola diventasse parco, è andato in congedo ma ha continuato a vivere a Cala d’Oliva e non perché potesse vantare conoscenze altolocate ma molto più semplicemente perché aveva convinto le autorità competenti che la sua passione, la scultura, non era di intralcio alla normale attività del reclusorio.
Da allora sono passati diversi anni e lui, Enrico Mereu, è sempre rimasto sull’isola. Ha anche ottenuto il permesso di poter aprire un laboratorio, una <<bottega d’arte>>, come si diceva un tempo, ma soprattutto ha sempre potuto sfruttare una fonte di ispirazione inesauribile, quale è l’incontaminata natura dell’Asinara. Lo scorso inverno, unico artista sardo, ha preso parte alla Borsa internazionale del turismo di Milano e proprio alla Bit i lavori di Enrico Mereu hanno riscosso un grande successo non solo tra le migliaia di visitatori che affollavano gli stand, ma anche fra gli appassionati che casualmente si trovavano a passare davanti allo spazio espositivo riservato alla Sardegna, e alla provincia di Sassari in particolare.
Adesso, però, Enrico Mereu ha paura che le recenti polemiche che hanno coinvolto il parco dell’Asinara possano ripercuotersi anche sulle sue attività di artista. Nessuno, sia ben chiaro, gli ha chiesto di lasciare la casa-bottega che occupa a Cala d’Oliva (anche perché lui continua a pagare l’affitto al demanio della giustizia) e anzi, i vertici del parco e amministrazione comunale gli hanno assicurato che non gli verrà chiesto di lasciare l’isola. Anche perché proprio la presenza di un artista sull’isola, potrebbe essere un punto a favore del Parco, un polo di attrazione per i turisti. Sì, perché Enrico Mereu lavora soprattutto il legno che il mare regala alle spiagge dell’Asinara. Una materia prima che non intacca il patrimonio naturale dell’isola. Mereu attende però una comunicazione ufficiale, un via libera che gli permetta di riprendere l’attività artistica. Sì, perché l’ispirazione che gli regala l’Asinara non la trova in nessun’altra parte del mondo.
La Nuova Sardegna - Autore sconosciuto